29 aprile 2017

EMMAUS : ANDATA E RITORNO



Terza Domenica di Pasqua(Anno A)
I discepoli di Emmaus, col volto triste, in un tardo pomeriggio se ne tornano al loro villaggio. Una settimana prima festeggiavano, facendo corteo osannante, pronti alla gloria per il loro Re, che sicuramente avrebbe affidato loro importanti cariche. Ora, invece, scornati se ne vanno in silenzio, timorosi, delusi. E’ facile immaginare lo stato d’animo; quante volte ci siamo sentiti così, anche noi, traditi da aspettative che ci avevano entusiasmato poi rivelatesi fallimentari. Per uscirne abbiamo, poi, avuto bisogno (si ringrazi il cielo) di un amico vero, pronto a comprendere, a consigliare, a spronare (stolti e lenti di cuore), a spiegare come stanno le cose (spiegò loro), e salutarci con una forte stretta di mano o un caloroso abbraccio. I due di Emmaus, loro, in più, hanno vissuto in prima persona l’Eucaristia (benedisse e spezzò il pane) e in quel momento riconobbero Gesù. Nello stesso tempo, in quel momento non occorreva più che lo vedessero perché la Grazia della Fede nella sua presenza era ormai accolta e compresa. L’Eucaristia, la roccia su cui la Chiesa venne posta: è evidente, già alcuni giorni dopo l’ultima cena, due discepoli non presenti (almeno allo stesso tavolo) sapevano dell’offerta del corpo e del sangue di Gesù, se è vero che nello spezzare il pane lo riconobbero.

27 aprile 2017

FESTA DI SANTA GIANNA

Ricordiamo Santa Gianna Beretta Molla, in occasione della sua festa liturgica, il 28 aprile.
Presso la Chiesa della “Madonna degli Angeli” in Vigevano, "Piccolo Santuario della Vita”, dal 2006 è possibile ammirare il bel dipinto di Carlo Alberto Robbiati.
Da sempre Santa Gianna è la protettrice del nostro Centro di Aiuto alla Vita e da sempre distende la sua protezione su quanti la invocano come Madre di famiglia che ha vissuto una “Vita per la Vita”.
Tre gli appuntamenti da non mancare:
- venerdì 28 aprile:ore 18,30 Ora di Adorazione a Gesù Concepito con pensieri di S.Gianna
- Sabato 29 aprile:ore 21,00 Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Vescovo Maurizio Gervasoni.
- Domenica 30 aprile:ore 16,00 "Nove mesi per la Vita"      7° incontro 

Per sostanziare la proposta religiosa e per conoscere in modo più approfondito Santa Gianna

26 aprile 2017

VILLALCAZAR DE SIGRA – CALZADILLA DE LA CUEZA 12.08.2009 XV tappa

“Ricordati sempre il fuoco del viaggio,
il pane e il vino,
gli amici di un tempo, gli amici che verranno,
la gioia del cammino”.
Claudio Chieffo
Alle 7,00 in punto siamo già appoggiati sui paracarri che proteggono il sentiero, sotto il cartello che indica quanti chilometri mancano a Carrion De Los Condes.
C’è una luce strana, fra il buio e il chiarore, in lontananza, dell’aurora. Anche un automobilista si ferma e scende dalla macchina per fotografare quell’indefinito cielo. Arriviamo alla cittadina del cartello, giusto in tempo per una sostanziosa colazione e, conoscendo cosa ci aspetta, trascuriamo di fermarci per ammirare i variopinti negozietti di Calle Pina Blasco, il ponte medioevale sul Rio Carrion, il Monastero de San Zoilo, ultimo balaurdo di arte, storia e religiosità prima della spianata verso Calzadilla de la Cueza.
Prima d’imboccare il sentiero che per 17 chilometri ci guiderà verso il nulla, tocchiamo la bella località dell’antica Abadia de Benevivere. Già il nome è tutto un programma e lo si può intuire anche solo guardando le mura esterne sormontate da alte piante e alcuni punti cadenti della cinta, quanto basta per lasciarti intravedere la bellezza di ciò che sta all’interno.
Però, tanto non si può entrare, è chiuso, ritorniamo a bomba e ci riconcentriamo su quanto ci aspetta. Un paesaggio piatto, monotono, interrotto dall’andamento stanco di qualche pellegrino che ci precede. A proposito, davanti a noi c’è una persona che al suo zaino ha appeso un grande sacchetto di plastica, tirato in modo che stia aperto, perché ogni tanto si abbassa e raccoglie bottiglie, lattine, involucri che trova ai bordi del sentiero e li mette nel suo sacchettone sulle spalle. E’ infatti, nonostante tutto, una costante quella di buttare dove capita i propri rifiuti, piccoli o pochi che siano, anche sul cammino. E dire che il rispetto verso la natura dovrebbe essere più spiccato fra chi la può meglio apprezzare camminando. Tant’è, le abitudini sono dure da infrangere. Ebbene, quella persona, quella ragazza, quella magnifica donna era la nostra solitaria amica Melania. Non l’avremmo più rivista sul nostro andare.
Sul diario di bordo di San Nicolas avevo letto una definizione del Cammino:
Il cammino si compone di tre parti:
la nascita, da Roncesvalle, attraverso la Navarra e la Rioja;
la morte, la parte centrale del Cammino, Castilla y Leon;.
la resurrezione, la Galicia…Santiago.
Ecco noi stiamo assaporando proprio la seconda parte, ma anche questa ha la sua importanza e ha i suoi momenti di gloria. Come quando, proprio all’inizio della strada che s’immette nella sconfinata campagna, ci si affianca un’ambulanza ed i volontari di quella “croce” ci offrono alcune bottiglie di acqua.
Così carichi di scorte e di fiducia nella provvidenza che è sempre dietro l’angolo, ci immergiamo nella solitudine dell’ambiente, come pure nella solitudine del nostro essere che ci trascina in quegli intimi luoghi della mente e del cuore che solo la preghiera giornaliera riesce a colmare e a goderne nello spazio e nel tempo. E guarda caso, a noi va proprio bene, perché a circa metà del percorso, là dove ci sono quattro o cinque piccoli arbusti, un intraprendente personaggio del posto vi ha impiantato un rustico fatto di assi e/o cartelli pubblicitari dove vende bibite, panini e offre alcune sedie su cui riposarsi. A noi non risultava ci fosse questa “oasi”, una specie di “anguriera” dei nostri tempi, perciò vedete bene come la provvidenza arriva quando meno te l’aspetti.
Così come non ti aspetti, proprio quando la stanchezza ti sale sulle spalle, di vedere, come un miraggio, un mezzo campanile all’orizzonte. Segnalava la chiesetta all’interno del camposanto di Calzadilla de La Cueza.Ci arriviamo sfiniti e subito all’ingresso del paese c’è l’albergue comunale su cui ci precipitiamo per prendere possesso di una meritata branda.
Sembra ben tenuto, con tanto di piscinetta nella quale sguazzano decine di persone, ma è solo un’impressione dettata dal bisogno. In realtà è mal gestito da un gruppo di brasiliani e se non fosse che l’unica alternativa era un Hostal da 40 euro a persona, avremmo volentieri fatto trasloco. Purtroppo il paese è molto piccolo, saranno cinquanta anime, le pecore dentro un ovile vicino alla chiesa erano di più, e non riserva alcun interesse. Perciò, dopo i dovuti traffici, pulizia, riposo, lavaggi, stesura biancheria, il giro del paese ci ha impegnato per cinque minuti, lasciandoci tutto il tempo necessario per i vespri e per il dovuto relax (lontano dalla piscina) in attesa della cena che avevamo nel frattempo prenotato nell’hostal da 4 stelle.
Per fortuna, il menù del pellegrino è stato di qualità buona in rapporto anche al prezzo. Motivo per cui abbiamo potuto andarci a coricare ben pasciuti, perché l’indomani, avevamo deciso, ci saremmo alzati molto presto. Un’esperienza, anche questa, da fare.

22 aprile 2017

IL TOMMASO CHE C’E’ IN NOI



Domenica Divina Misericordia(Anno A)
La vicenda che racconta dell’apostolo diffidente ed incredulo è paradigma di tutti noi che vogliamo sempre toccare con mano ciò che ci succede attorno, provato dalla nostra presenza.
Quante volte ci è capitato di trovarci in simili condizioni. Eppure, poi, pentiti anche noi, ci troviamo a dire: “…mio Signore e mio Dio…” come il Tommaso detto Didimo.
E la gioia ci invade: “…perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po’ di tempo, afflitti da varie prove” (Prima Lettera di Pietro).
E’ fuori di dubbio che durante la vita attraverseremo prove che ci renderanno tristi, che ci affliggeranno e forse non riusciremo a rialzarci, ci allontaneremo dalla Chiesa, anche la speranza sarà rifiutata e ci trascineremo verso la fine.

15 aprile 2017

IL GIORNO DEL SIGNORE



Pasqua di Resurrezione
 
Dopo la processione con la statua del Cristo morto per le vie del paese, si tornava a casa un po’ tristi e sconsolati. Poi, il giorno dopo, o meglio la notte dopo, nel lettone aspettavo di sentire le campane, liberate, suonare a festa per la risurrezione di Gesù.
Era gioia pura.
“…Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci in esso ed esultiamo… formate il corteo con rami frondosi fino agli angoli dell’altare…Sei Tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto” (Salmo).

12 aprile 2017

DIARIO DI UN PELLEGRINO:SAN NICOLAS – VILLALCAZAR DE SIRGA Martedì, 11.08.2009 XIV tappa


 “ Ho fatto tutto quel che dovevo fare e per cui ero partito: ho camminato, ho pregato, ho chiesto perdono. Realizzo che questa è la vita. A misura che camminiamo, che avanziamo nel tempo, ci vengono tolte persone, cose, sicurezze, presunzioni, anni e possibilità. Ma è quando siamo così, così poveri nello spirito, che possiamo pronunciare il nome di Gesù. Adesso lo posso dire: Gesù confido in te. E accade che quel nome getta un ponte tra il niente che siamo e il Tutto, tra il tempo e l’eternità, tra la morte e la vita. Il Cammino ha fatto approdare tutto ciò che sono – spirito, anima e corpo – a una fiducia essenziale, forte come la morte. Mi accorgo di saper adesso fidarmi di Qualcuno invisibile e inafferrabile. Ma presente e reale”. (Don Paolo Asolan).
Sveglia di prima mattina per partecipare alla S. Messa che Don Paolo celebra nella memoria di Santa Chiara (l’onomastico di nostra figlia). Attorno all’altare, alla tiepida luce dell’aurora, gustiamo questo momento commossi e felici. Allegri, invece, godiamo della pronta colazione che ci viene servita e tutto questo senza nulla chiedere, solo chi può e vuole può versare il suo “donativo”. Alle 8,00 siamo pronti per la partenza, ma le sorprese non sono finite perché gli amici di San Jacopo si accingono a salutarci con una particolare benedizione che viene impartita da Don Paolo con la conclusione di un fraterno abbraccio.

8 aprile 2017

SULLA VIA DELLA CROCE



Domenica delle Palme (anno A)
Chi di noi non vive la domenica delle Palme come uno dei momenti liturgici più belli dell’anno? La gioia di portare a casa l’ulivo benedetto, di appenderlo all’ingresso o sulla sponda del letto. Il Salmo sembra fatto apposta: “…rinfranca l’anima mia…”.
Oserei dire, che, anche per quelli che sono battezzati, cristiani di fatto, ma non vanno mai in chiesa, c’è una spasmodica ricerca del ramoscello di ulivo. Quelli che invece sanno cosa avvenne quel giorno, con convinzione possono continuare il Salmo: “…mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome.”

ROMA 20 Maggio 2017

La Marcia per la Vita è il segno dell’esistenza di un popolo che non si arrende e vuole far prevalere i diritti di chi non ha voce.

Con la Marcia per la Vita intendiamo:
- affermare la sacralità della vita umana e perciò la sua assoluta intangibilità dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, alcuna condizione, alcun compromesso;
- combattere contro qualsiasi atto volto a sopprimere la vita umana innocente o ledere la sua dignità incondizionata e inalienabile.

CENTRO DI AIUTO ALLA VITA LOMELLINO
informazioni:
Gaetano Mercorillo - 335-7592673

1 aprile 2017

LAZZARO E NOI



Quinta di Quaresima (anno A)
E’ come dire la morte e noi. In che modo ci rapportiamo con la sofferenza, la malattia, la morte, di fronte alla tomba, davanti al sepolcro? Proviamo ad inserirci nel luogo, nelle istantanee con cui l’evangelista Giovanni ci illustra la storia dei tre fratelli e della loro amicizia con Gesù Cristo.
Se fossimo i giudei di Gerusalemme, saremmo fra quelli che si sono recati a consolare Marta e Maria, a portare le loro condoglianze. Saremmo coloro che stanno indietro quando Gesù supera la soglia di sicurezza e si avvicina al sepolcro per chiamare Lazzaro.
Siamo, invece, sicuramente, uomini e donne di oggi che rifuggono nell’oblio veloce, scaramantico, delegante asettiche stanze ospedaliere quali ultime dimore di solitarie sofferenze delle persone “care” o parenti di amici e conoscenti. Siamo coloro che volentieri accettano la volontà dell’incenerimento del defunto per stare il più possibile lontano dalla deposizione nella tomba, nel sepolcro.
Se fossimo i discepoli che con Gesù ricevono la notizia della malattia di Lazzaro, anche noi consiglieremmo di stare lontano dalla Giudea per le minacce dichiarate, mentre Gesù già si prepara per fare tutto il possibile per il suo amico, anche rischiare l’incolumità.
La vita è un'opportunità, coglila.....
           La vita è la vita, difendila!

                     (Madre Teresa di Calcutta)